Dopo la sentenza Torreggiani e la conseguente condanna europea ai danni dell’Italia per le condizioni disumane in cui versano i detenuti nelle carceri italiane, il Ministero di Giustizia ha imboccato una nuova via strategica: quella dell’incremento delle Misure Alternative al carcere e delle sanzioni di Comunità che spostano sempre più l’esecuzione della pena dal carcere verso il territorio.

In questo quadro generale si inserisce il Protocollo d’intesa tra Carcere di Bollate, Comune di Novate Milanese e Sesta Opera San Fedele per dare concreta attuazione alla nuova politica penitenziaria italiana nell’hinterland milanese.
Un ente pubblico, il Comune di Novate Milanese, con il supporto di una storica associazione di Volontariato penitenziario, Sesta Opera San Fedele attiva nei carceri milanesi dal 1923, si impegna ad individuare sul suo territorio, attraverso le associazioni locali, iniziative a cui anche detenuti del carcere di Bollate potranno dare il loro supporto operativo a titolo di volontariato.
L’accordo è stato siglato lo scorso giugno dal sindaco Lorenzo Guzzeloni, da direttore di Bollate dott. Massimo Parisi e dal presidente di Sesta Opera SF dott. Guido Chiaretti.

Insieme ad analoghi accordi nei comuni di Modena, Parma e Piacenza, anche quello del comune di Novate Milanese testimonia la reale possibilità di rompere il muro di separazione esistente tra carcere e società.
Si iniziano così a creare due circoli virtuosi: a livello istituzionale, tra carcere ed enti locali del territorio, attraverso le varie associazioni ivi presenti; a livello sociale, tra le associazioni di volontariato penitenziario, che favoriscono l’incontro tra il mondo del carcere e la società civile, superando così il clima di diffidenza e separazione tra carcere e società, e quelle del territorio che possono offrire molte opportunità di incontro e di reinserimento per i detenuti.